ELEMANIA
Sistemi - Fase
Confronto fra sinusoidi

La distinzione fra seno e coseno diventa significativa quando si devono confrontare fra loro due segnali sinusoidali, come per esempio due tensioni alternate presenti in un circuito. Si considerino i segnali in figura, dove è stata deliberatamente omessa l'indicazione dell'origine dell'asse dei tempi:

Come si vede non è possibile (e non ha neppure senso) stabilire quale dei due segnali sia un seno e quale sia un coseno. Possiamo tuttavia decidere, in maniera del tutto arbitraria, di rappresentare s1(t) con la funzione matematica "seno":

s1(t) = A sen(w. t)

In questo caso, osservando in figura 2.4 che, in corrispondenza dei passaggi crescenti di s1(t) per lo zero, s2(t) raggiunge i valori massimi, possiamo concludere che s2(t) deve essere rappresentato con la funzione matematica "coseno":

s2(t) = A cos(w. t)

Si noti che la corrispondenza fra s2(t) e la funzione "coseno" risulta obbligatoria solo dal momento che si è deciso arbitrariamente di rappresentare s1(t) con la funzione "seno". Scegliendo, in modo altrettanto arbitrario, di far corrispondere a s1(t) la funzione "coseno"

s1(t) = A cos(w. t)

potremmo osservare dalla figura 2.4 che, quando s1(t) raggiunge i valori massimi, s2(t) passa per lo zero in modo decrescente. Dunque, scegliendo di rappresentare s1(t) con un coseno, s2(t) deve essere rappresentato con un "seno invertito", cioè con

s2(t) = - A sen(w. t)

Riassumendo, la distinzione fra "seno" e "coseno" ha senso solo quando si confrontano fra loro due (o più) segnali sinusoidali. In questo caso, scelta arbitrariamente la funzione trigonometrica con cui rappresentare una delle sinusoidi, risulta di conseguenza determinata la rappresentazione di tutti gli altri segnali.

 

Fase

E' anche possibile rappresentare tutte le sinusoidi per mezzo della stessa funzione trigonometrica (per esempio la funzione "seno"), utilizzando, per distinguere un segnale dall'altro, l'angolo di fase j (detto anche sfasamento). La fase j è un parametro di un segnale sinusoidale che si misura in radianti e che rappresenta la traslazione di una sinusoide rispetto a un'altra. Per stabilire la fase occorre anzitutto scegliere arbitrariamente una delle sinusoidi come riferimento di fase. A tale sinusoide per convenzione viene attribuita una fase nulla (j = 0). Per esempio, considerando sempre la figura 2.4, supponiamo di fissare s1(t) come riferimento di fase e di voler rappresentare tutte le sinusoidi con la funzione trigonometrica "seno". Dunque

s1(t) = A sen(w. t)

Abbiamo già osservato che s2(t) risulta traslata rispetto a s1(t) in modo tale che, quando s1(t) passa per lo zero crescendo, s2(t) raggiunge un massimo. In precedenza abbiamo visto come questa traslazione possa essere rappresentata esprimendo s2(t) con la funzione "coseno". E' però anche possibile esprimere s2(t) per mezzo della funzione "seno", a condizione di introdurre un angolo di fase. Infatti possiamo scrivere

s2(t) = A sen(w. t + p/2)

Il valore +p/2 radianti (che corrisponde a un angolo di 90°) rappresenta lo sfasamento della sinusoide s2(t) rispetto alla sinusoide s1(t) (riferimento di fase). Non è difficile verificare con una normale calcolatrice, assegnando liberamente dei valori ai parametri della sinusoide, che i due modi per rappresentare s2(t) forniscono gli stessi risultati, ovvero che

A sen(w. t + p/2) = A cos(w. t) Þ  sen(w. t + p/2) =  cos(w. t)

 

E' possibile visualizzare geometricamente il concetto di sfasamento fra due sinusoidi isofrequenziali pensando a due fasori in rotazione con la stessa velocità angolare w. La fase j rappresenta l'angolo (costante) formato fra i due vettori.

 

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