Lo studio di sistemi complessi può essere
affrontato attraverso una
scomposizione del sistema nelle parti che lo costituiscono. Nel caso
della radio le parti potrebbero ad esempio essere il circuito di
alimentazione, il circuito di sintonia ed i circuiti di amplificazione
del segnale. Nel caso della barca, le parti potrebbero essere il timone,
lo scafo e l’albero con la vela. Si noti come, anche nella scomposizione
di un sistema, l’osservatore è libero di scegliere le parti come meglio
crede: ad esempio, nel caso della barca, l’albero e la vela potrebbero
costituire due parti separate o ancora il timone potrebbe essere incluso
nello scafo o lo scafo stesso potrebbe essere suddiviso nelle strutture
che lo costituiscono (chiglia, cabina ecc.).
Una volta individuate le parti che formano il sistema, bisogna determinare le interazioni che esistono fra le parti stesse, ovvero evidenziare le modalità con cui le varie parti del sistema agiscono l’una sull’altra. Per esempio, nel caso della barca, la vela trasferisce la forza del vento all’albero, che a sua volta trasferisce la forza allo scafo; il timone determina la traiettoria della barca ecc. Nel caso della radio, il segnale captato dall’antenna viene filtrato e selezionato dal circuito di sintonia, quindi amplificato dai blocchi di amplificazione ed infine inviato all’altoparlante, mentre il circuito di alimentazione fornisce energia a tutte le parti della radio.
Ciascuna delle parti in cui è stato scomposto il sistema può quindi essere studiata come se si trattasse di un sistema autonomo, con il proprio confine, i propri ingressi e le proprie uscite. In effetti, dal momento che tutto può essere studiato come un sistema, il metodo sistemico può essere ovviamente applicato anche alle parti di un sistema. Così possiamo applicarlo allo scafo della barca o alla sua vela o al circuito di sintonia di una radio. Le parti in cui viene suddiviso il sistema vengono dette blocchi o sottosistemi.
Per ciascuno dei singoli sottosistemi definiti nel
modello a blocchi, si cercherà quindi un modello predittivo: in tale modo
sarà possibile determinare l’uscita di ogni sottosistema a partire dalla
conoscenza degli ingressi e delle caratteristiche del sottosistema stesso.
Mettendo infine insieme tutti i modelli predittivi così trovati, sarà infine
possibile determinare un modello predittivo generale per il sistema totale.
Così ad esempio per la radio, conoscendo il funzionamento dei singoli
circuiti interni sarà possibile risalire al funzionamento dell’intero
apparecchio. Nel caso
in cui i sottosistemi fossero ancora troppo complessi per essere studiati,
sarà possibile scomporli ulteriormente nelle parti che li costituiscono e
quindi trattare tali parti come sottosistemi autonomi. Ad esempio nel radioricevitore, il
sottosistema "preselettore" (che ha le funzioni di sintonia) può essere
ancora suddiviso nei singoli componenti elettronici che lo costituiscono.
Allo stesso modo il timone della barca può essere scomposto in parti più
semplici. Il procedimento di suddivisione prosegue finché non si arriva a
sottosistemi abbastanza semplici da poter essere studiati senza ulteriori
scomposizioni: a questo punto il funzionamento del sistema complessivo
iniziale viene ricostruito a partire dal funzionamento di tutte le parti in
cui è stato scomposto.
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