ELEMANIA
Sistemi - Definizione
Cos'è un sistema

Il termine “sistema” è di uso comune e viene utilizzato in una grande varietà di contesti differenti. Parliamo infatti di sistema solare, sistema ferroviario, sistema nervoso, sistema scolastico, sistema politico, sistema economico, sistema sociale (questi ultimi tre “sistemi” vengono anche detti semplicemente “il sistema” in frasi del tipo “ribellarsi al sistema”), sistema bancario, sistema immunitario, sistema dei trasporti, sistema montuoso, sistema di misura, sistema di equazioni, sistema elettorale, sistema ecologico (o ecosistema) ... e l’elenco potrebbe continuare ancora a lungo. La prima cosa che è subito possibile notare è l’estrema varietà di “sistemi” esistenti. Abbiamo infatti sistemi di tipo fisico (il sistema solare), biologico (il sistema nervoso, il sistema immunitario, l’ecosistema), tecnico-ingegneristico (il sistema ferroviario, il sistema dei trasporti), socioeconomico, matematico ecc.

sistema nervoso

Ciò che sembra accomunare tutti i “sistemi” è una certa organizzazione fra le parti che costituiscono il sistema stesso. Così ad esempio nel sistema nervoso le parti sono i nervi, il midollo, il cervelletto, il cervello ecc. e tutte queste parti rispondono ad una certa organizzazione, nel senso che ciascuna svolge una funzione ben precisa all’interno del sistema stesso. Inoltre le varie parti che costituiscono il sistema non sono isolate l’una dall’altra, ma interagiscono fra di loro. Analogamente, nel sistema ferroviario le parti potrebbero essere i treni, i binari, le stazioni, gli operatori umani e queste parti sono organizzate (nel senso che ognuna di esse ha un proprio ruolo specifico e non può essere scambiata con nessuna delle altre) ed interagiscono fra loro, in modo tale da consentire il trasporto rapido ed efficace dei viaggiatori e delle merci da una parte all’altra del paese. Così nel sistema scolastico le parti sono gli insegnanti, gli alunni, i bidelli, il personale di segreteria, i presidi, le scuole, i provveditorati, il ministero della pubblica istruzione ecc. e queste parti sono organizzate ed interagiscono fra di loro in modo tale da permettere agli studenti di acquisire una cultura personale, nonché conoscenze ed abilità specifiche in vari campi professionali.

In base alle considerazioni precedenti, potremmo dunque tentare la seguente definizione di sistema:

Dicesi “sistema” un insieme di parti organizzate ed interagenti fra di loro.

La precedente definizione, come tutte le definizioni, è utile se consente di discriminare, di distinguere ciò che è un “sistema” da ciò che non lo è. Così per esempio dire che “un triangolo equilatero è un triangolo avente i tre lati di uguale lunghezza” è utile in quanto permette di identificare univocamente il triangolo equilatero e di distinguerlo da tutti gli altri tipi di triangolo. Per quanto concerne la nostra definizione di “sistema”, abbiamo già visto come essa descriva bene a tutti quegli oggetti che vengono comunemente definiti “sistemi”. Pare dunque ragionevole affermare che tutti i “sistemi” soddisfano ai requisiti elencati dalla definizione.

Verifichiamo la nostra definizione

Per mettere alla prova la nostra definizione di “sistema” consideriamo un minestrone. Nessuno certo si sognerebbe di parlare di "sistema minestrone", perciò pare sensato affermare che il minestrone non è un “sistema” (per lo meno non nel senso comunemente accettato del termine). Occorre vedere dunque se, in base alla precedente definizione di sistema, il minestrone risulta non essere un sistema. 

Verifichiamo anzitutto se il minestrone è “un insieme di parti”. La risposta è ovviamente sì, poiché esso è costituito da acqua, patate, fagioli, zucchini, pomodori, pancetta, olio, sale, pasta ecc. Queste parti sono “interagenti fra loro”? In un certo senso potremmo ancora affermare di sì, poiché l’acqua bollendo interagisce con le verdure e con la pasta, cedendo loro calore e facendole cuocere; il sale interagisce con tutti gli altri ingredienti, legandosi a loro ed insaporendoli; in generale ogni ingrediente interagisce con tutti gli altri per costituire quell’insieme armonioso di gusti diversi che costituisce il sapore di un buon minestrone. 

Risultati immagini per minestrone

E’ possibile individuare una “organizzazione” fra le parti che costituiscono il minestrone? Sebbene a prima vista possa sembrare poco evidente, tale organizzazione esiste: infatti l’acqua, come si è detto, ha il compito di amalgamare tutti gli ingredienti e di uniformare la distribuzione del calore; il sale serve per esaltare il sapore dei singoli ingredienti; la pasta fornisce consistenza solida al minestrone; le verdure si fondono armonicamente fra loro per dare sapore e consistenza all’insieme. Per convincersi del fatto che davvero gli ingredienti di un minestrone sono organizzati fra loro, si pensi ad esempio ad un minestrone preparato senza verdure oppure senz’acqua. Esso non sarebbe più un minestrone, così come un sistema ferroviario senza binari o senza treni non sarebbe più un sistema ferroviario. E così come nel sistema ferroviario sarebbe impossibile fare svolgere ad una parte il ruolo di un’altra (ad esempio utilizzare i capistazione al posto dei binari !) , così allo stesso modo anche nel minestrone ogni parte ha un ruolo ben preciso (si pensi ad esempio ad un minestrone nel quale le carote venissero usate al posto del sale, aggiungendone un pizzico all’insieme, ed il sale al posto delle carote !).

Se però anche il minestrone rientra nella nostra definizione di “sistema”, allora dobbiamo concludere che tale definizione è sostanzialmente inutile, poiché include in pratica qualsiasi cosa, dalla pizza margherita ad una squadra di calcio, dalla mosca all’universo, dal libro di “sistemi” all’insegnante che è in cattedra! La situazione è simile a quella che si avrebbe definendo il triangolo equilatero come "una figura geometrica dotata di lati". Questa definizione è chiaramente inutile, in quanto comprende, oltre ai triangoli equilateri, tutti gli altri triangoli, i rettangoli, i rombi, i trapezi ecc.

Per approfondire ulteriormente il problema, consideriamo un oggetto così costituito: una tavola di legno di forma quadrata, dipinta a quadratini più piccoli, bianchi e neri, con sopra appoggiati qua e là dei dischetti di legno, alcuni bianchi ed altri neri. Si tratta di un sistema? Sembrerebbe proprio di no: le parti, cioè la tavola ed i dischetti, non sembra abbiano alcuna organizzazione ed inoltre interagiscono fra loro solo per il fatto banale che i dischetti sono appoggiati sopra alla tavola. Tuttavia, se aggiungiamo alla nostra descrizione dell’oggetto, l’ulteriore informazione che la tavola di legno è una scacchiera sulla quale si sta svolgendo una partita di dama, allora la nostra valutazione cambia completamente. Infatti quello che prima sembrava un inutile insieme di pezzi di legno, adesso ci appare come un gioco regolato da leggi ben precise. Si tratta dunque di un sistema? Ora pare proprio di sì, poiché le parti interagiscono fra loro (ad esempio una pedina può “mangiarne” un’altra) ed inoltre sono organizzate, nel senso che ciascun pezzo ha un proprio ruolo specifico all’interno della partita, ruolo che dipende dalla posizione sulla scacchiera e dal fatto che il pezzo sia una semplice pedina oppure una “dama”. Come è potuto succedere che un oggetto, il quale non sembrava affatto essere un “sistema”, lo sia diventato improvvisamente, non appena ne abbiamo capito lo scopo?

Consideriamo un altro esempio. Supponiamo che un amico ci racconti di essere stato in un luogo pieno di gente, dove tutti urlavano e facevano strani gesti con le mani. “Chissà perché si arrabbiavano tanto !” è il commento perplesso del nostro amico. Alla domanda: "Potresti affermare che quello che hai visto è un sistema?", egli probabilmente risponderebbe dicendo: “Un sistema, quello? Figuriamoci, era solo una rissa!”. Probabilmente la sua opinione cambierebbe, se qualcuno gli spiegasse che il luogo dove si trovava era una borsa, dove si stavano svolgendo delle normali contrattazioni. La borsa è dunque un sistema? La risposta corretta è: sì, a condizione che la si consideri nel modo giusto.

Torniamo ora al minestrone: si tratta dunque di un sistema oppure no? Consideriamo un chimico, che si proponga di studiare scientificamente il minestrone, allo scopo di chiarire i processi chimici e fisici implicati nella preparazione del minestrone stesso. Costui potrebbe essere un dipendente di un’azienda produttrice di minestre in scatola e lo scopo del suo studio potrebbe essere quello di produrre minestroni in scatola aventi migliori caratteristiche di durata, sapore o prezzo. Il chimico determinerà pertanto, mediante una bilancia di precisione, l’esatta quantità di ogni singolo ingrediente, misurerà esattamente i tempi di cottura, la concentrazione salina, la densità del liquido; studierà le eventuali reazioni chimiche che avvengono durante la cottura e cercherà di stabilire la loro influenza sul sapore finale del minestrone. Per questa persona il minestrone costituisce un “sistema” ? Probabilmente sì, dal momento che egli mette in evidenza le interazioni e l’organizzazione fra i vari ingredienti che costituiscono il minestrone stesso: tutte cose che non vengono di solito considerate da chi si limita a cucinare un minestrone. Pertanto potremmo affermare che il minestrone è un sistema per il chimico, ma non lo è per il cuoco. La situazione presenta molte analogie con quanto osservato nel caso del gioco della dama e delle contrattazioni in borsa: la stessa cosa può essere un sistema oppure no, a seconda del modo con cui essa viene considerata.

In pratica tutto può diventare un sistema, se viene considerato nel modo giusto; d’altra parte, qualunque sistema può cessare di essere tale, se viene considerato in un modo diverso. Più semplicemente, possiamo affermare che ogni cosa è un sistema, a condizione di volerla considerare come un “sistema”. Considerare qualcosa come un “sistema” significa metterne in evidenza le parti costituenti, l’organizzazione e l’interazione fra le parti stesse. Significa cioè dare rilievo alla struttura dell’oggetto e, in un certo senso, attribuirgli uno scopo, una finalità. Ad esempio, se studiamo il mondo della scuola, considerandolo dal punto di vista dello scopo di istruire le nuove generazioni, allora esso è evidentemente un sistema, poiché tutte le sue parti concorrono alla realizzazione di quel certo scopo (o al meno dovrebbero!). Un ipotetico extraterrestre che, col suo disco volante, atterrasse nel cortile di una scuola, ben difficilmente saprebbe interpretare la scuola stessa come un “sistema”. Egli vedrebbe infatti solo un edificio, nel quale si riuniscono varie persone senza nessuno scopo apparente!

Seconda definizione di sistema

Pertanto un “sistema” non è solo un oggetto, una cosa, ma piuttosto è un modo, uno schema mentale per osservare gli oggetti che ci circondano. Nella definizione di sistema deve dunque entrare in gioco l’osservatore, cioè la persona che considera l’oggetto e da cui, in ultima analisi, dipende il fatto che l’oggetto stesso sia oppure no un “sistema”. Possiamo dunque modificare la precedente definizione di sistema e proporne una nuova, la quale tiene conto di queste considerazioni:

Dicesi sistema un insieme di parti organizzate ed interagenti fra loro, secondo il punto di vista dell’osservatore.

 

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