ELEMANIA
Conversione tensione-tensione 1

Il problema di convertire una tensione in un'altra tensione

Il caso più semplice di condizionamento di segnale è rappresentato da un sensore con uscita in tensione. In effetti i trasduttori con uscita in tensione non sono così frequenti in pratica, ma il loro studio è utile per l'analisi dei casi successivi.

Se il trasduttore produce già in uscita una tensione, il lettore potrebbe domandarsi a cosa serva un blocco di condizionamento. La prima possibile risposta è che i livelli di tensione prodotti dal trasduttore potrebbero non corrispondere a quelli di cui ha bisogno l'utilizzatore del segnale.

Per fare un semplice esempio, supponiamo di aver un trasduttore che produca una tensione compresa fra +1 e +3V e di aver bisogno di digitalizzare tale tensione mediante un convertitore che lavora con valori di tensione compresi fra 0 e 5V. Evidentemente non è possibile collegare direttamente l'uscita del sensore col convertitore, ma è prima necessario effettuare un condizionamento di segnale.

Un'altra ragione per cui può essere necessario un blocco di condizionamento è rappresentato dalla necessità di adattare le impedenze fra sensore e utilizzatore. Infatti i sensori con uscita in tensione possono essere in generale schematizzati come dei generatori non ideali dotati di resistenza interna. Analogamente il carico può essere schematizzato come una resistenza. Se la resistenza del generatore risulta paragonabile come ordine di grandezza a quella del carico, si ha una perdita consistente di segnale all'interno del generatore stesso. Per questa ragione può essere necessario interporre fra generatore e carico un blocco di condizionamento che funga da separatore di impedenze (es. un buffer realizzato con operazionale).

 

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